In ambito industriale, farmaceutico, alimentare, nel controllo qualità e nei laboratori di ricerca, la misurazione accurata della temperatura è un fattore cruciale. I termometri professionali sono strumenti progettati per garantire affidabilità e precisione in questi settori critici, dove anche piccole variazioni termiche possono influenzare processi, sicurezza dei prodotti e conformità normativa. Ad esempio, nei processi industriali la temperatura controlla reazioni chimiche e qualità dei materiali; nel settore farmaceutico garantisce l’integrità di farmaci e vaccini; nell’industria alimentare assicura il rispetto della catena del freddo e le corrette temperature di cottura secondo le normative HACCP; nei laboratori e nei reparti di controllo qualità consente di ottenere dati riproducibili e validare procedure secondo standard internazionali. In ciascuno di questi contesti, l’utilizzo di termometri professionali con sonde di alta qualità e spesso accompagnati da certificati di taratura accreditati è fondamentale per ottenere misure attendibili e conformi alle normative vigenti.
Differenza tra sonde Pt100 e termocoppie K
Quando si parla di misurare la temperatura in modo professionale, due delle tecnologie più diffuse per le sonde di temperatura sono le termoresistenze al platino Pt100 e le termocoppie di tipo K. Pur avendo lo stesso scopo (rilevare la temperatura), funzionano secondo principi diversi e presentano caratteristiche tecniche specifiche. Di seguito analizziamo in dettaglio le differenze tra una sonda Pt100 e una termocoppia K, evidenziandone vantaggi, limiti e applicazioni tipiche.
Sonda Pt100: caratteristiche e vantaggi
La sonda Pt100 è un sensore di temperatura a resistenza (RTD, Resistance Temperature Detector). “Pt” indica il platino, materiale di cui è fatta la resistenza sensibile, mentre “100” si riferisce al valore nominale di 100 ohm a 0 °C. In pratica, la sonda Pt100 misura la temperatura sfruttando la proprietà del platino di variare la propria resistenza elettrica al variare della temperatura in modo prevedibile e quasi lineare.
Vantaggi principali delle Pt100:
- Alta precisione e stabilità: le sonde Pt100 sono note per l’ottima accuratezza. Tipicamente possono avere incertezze dell’ordine di ±0,1 °C o anche inferiori (a seconda della classe, ad esempio classe A, 1/3 DIN, 1/10 DIN, ecc.). Inoltre, offrono misurazioni molto stabili e ripetibili nel tempo, con minima deriva. Ciò significa che un Pt100 ben calibrato fornirà letture affidabili anche dopo un uso prolungato.
- Buona linearità: la relazione tra temperatura e resistenza in un sensore Pt100 è abbastanza lineare sull’intero intervallo operativo. Questo facilita la calibrazione e l’interpretazione dei dati, poiché la risposta non è troppo “curva”.
- Intervallo di temperatura adeguato: le Pt100 possono coprire un range di temperatura ampio, generalmente da circa -200 °C fino a +600 °C (alcuni modelli speciali resistono anche a 650-700 °C). Questo intervallo copre molte applicazioni comuni in laboratorio e in industria dove non si superano i 600 °C.
- Sensibilità alle piccole variazioni: grazie alla loro precisione, le Pt100 riescono a rilevare variazioni anche molto piccole di temperatura, risultando ideali per applicazioni dove è richiesta una misurazione di fino dettaglio (ad esempio nel controllo qualità o nei test di laboratorio).
- Affidabilità in ambienti moderati: in condizioni di lavoro non estreme (vibrazioni moderate, range di temperatura entro i limiti sopra indicati), le Pt100 tendono ad avere una vita lunga e a mantenere le specifiche metrologiche.
Limiti delle Pt100:
- Intervallo di misura limitato verso l’alto: oltre i ~600 °C le sonde Pt100 non sono consigliate. L’elemento in platino può subire alterazioni e perdite di accuratezza a temperature molto elevate. Per temperature estreme, quindi, le Pt100 non sono adatte.
- Costo più elevato: le sonde Pt100 e gli strumenti associati (termometri digitali per Pt100) tendono ad essere più costosi rispetto alle termocoppie equivalenti. Il sensore al platino, l’elettronica di misura ad alta precisione e l’eventuale calibratura spingono verso l’alto il prezzo. Tuttavia, il costo più alto si traduce in prestazioni metrologiche migliori.
- Tempi di risposta leggermente più lenti: una sonda Pt100 standard ha un tempo di risposta un po’ più lento rispetto a una termocoppia fine. Ciò è dovuto sia alla costruzione (spesso una Pt100 è un piccolo filo avvolto o un chip inserito in un involucro) sia al principio resistivo che richiede stabilizzazione termica. I modelli a film sottile moderni hanno migliorato molto la velocità, ma generalmente per rilevare variazioni rapidissime (ordine di pochi secondi o meno) le termocoppie restano più rapide.
- Sensibilità a shock e vibrazioni: il filo di platino interno di una Pt100 può essere delicato; forti vibrazioni o urti meccanici possono danneggiare il sensore o modificarne la taratura. Per questo in applicazioni gravose le Pt100 vanno protette adeguatamente o si preferisce altra tecnologia.
Termocoppia di tipo K: caratteristiche e vantaggi
La termocoppia K è un sensore di temperatura che sfrutta l’effetto termoelettrico (effetto Seebeck). È costituita da una coppia di conduttori metallici di materiali diversi (nel tipo K, una lega di nichel-cromo e una di nichel-alluminio) uniti tra loro in un punto detto “giunto caldo”. Quando il giunto caldo è a una certa temperatura e le estremità opposte dei due metalli (giunto freddo) sono a un’altra temperatura, si genera una piccola differenza di potenziale (in millivolt) proporzionale alla differenza di temperatura. Misurando questo voltaggio, il termometro può calcolare la temperatura del giunto caldo, supponendo noto il riferimento del giunto freddo (spesso compensato elettronicamente).
Vantaggi principali delle termocoppie K:
- Ampio intervallo di temperatura: il punto di forza maggiore delle termocoppie tipo K è la capacità di misurare temperature molto elevate. In genere il tipo K può essere utilizzato da circa -200 °C fino a +1.100/1.200 °C (alcune versioni speciali reggono punte fino ~1350 °C). Ciò le rende indispensabili in processi ad alta temperatura dove altre sonde (come le Pt100) non arriverebbero, ad esempio forni industriali, fonderie, trattamenti termici dei metalli.
- Robustezza e resistenza meccanica: le termocoppie sono sensori relativamente semplici e robusti. Il giunto di misura è una saldatura che può essere resa molto resistente. Possono quindi sopportare vibrazioni, urti e condizioni difficili meglio delle delicate termoresistenze. Questo le rende adatte ad ambienti industriali gravosi o applicazioni sul campo.
- Risposta molto rapida: grazie alla massa molto piccola del giunto di misura (soprattutto nelle termocoppie a giunto esposto o di piccolo diametro), le termocoppie K hanno tempi di risposta rapidissimi. Possono seguire variazioni di temperatura nell’ordine di frazioni di secondo, permettendo misure quasi istantanee. In confronto, una termocoppia con giunto a massa risponde circa tre volte più velocemente di una Pt100 standard.
- Costo contenuto: le termocoppie sono generalmente più economiche. Il materiale utilizzato (due fili metallici) è meno costoso del platino e l’elettronica richiesta per leggerne il segnale può essere più semplice. Questo significa che per applicazioni dove serve moltiplicare i punti di misura o avere tante sonde usa e getta (come nel monitoraggio di processi diffuso), le termocoppie offrono un buon compromesso costi/benefici.
- Versatilità di forma: le termocoppie possono essere realizzate in molte forme (a filo nudo, con guaina flessibile, inserite in sonde rigide di vari diametri, ago per penetrazione, superficie, ecc.). Esistono modelli miniaturizzati che quasi non perturbano l’oggetto misurato, ideali per misure in punti angusti.
Limiti delle termocoppie K:
- Minore accuratezza: in generale, una termocoppia offre precisione inferiore rispetto a una buona Pt100. L’errore tipico di una termocoppia tipo K standard può essere dell’ordine di ±1 °C o superiore, a seconda della qualità e della temperatura (gli errori tendono a crescere ad alte temperature). Per avere misure accurate spesso occorre calibrare frequentemente la termocoppia o usare modelli speciali e strumenti di lettura avanzati.
- Non linearità: la relazione tra temperatura e millivolt in una termocoppia K non è lineare; la curva di calibrazione ha forma polinomiale. I termometri digitali compensano questo via software o tabelle, ma rispetto alla quasi linearità di una Pt100, la termocoppia richiede più attenzione in fase di taratura e conversione.
- Deriva e durata alle alte temperature: a temperature molto elevate o dopo utilizzi prolungati, i materiali della termocoppia possono subire ossidazione o alterazioni chimiche, causando una deriva del segnale. Ciò significa che col tempo la termocoppia può perdere accuratezza e richiede ricalibrazione o sostituzione. In ambienti molto corrosivi o in presenza di certi gas, il suo ciclo di vita può essere limitato.
- Richiede compensazione del giunto freddo: per ottenere misure corrette, la termocoppia ha bisogno che la temperatura alle estremità (giunto freddo) sia nota o compensata. I termometri moderni includono un sensore interno per compensare automaticamente, ma questa complessità aggiuntiva può introdurre piccole incertezze se non ben gestita.
- Sensibilità ai disturbi elettromagnetici: il segnale generato da una termocoppia è un piccolo voltaggio (nell’ordine di microvolt per grado). In ambienti con forti interferenze elettromagnetiche o lunghi cavi, il segnale può essere disturbato se non si usano cavi speciali compensati e schermature adeguate. Questo può introdurre rumore o errori nelle letture.
Riepilogo delle differenze chiave
In sintesi, la differenza tra sonde Pt100 e termocoppie K si riassume così:
- Il Pt100 è un sensore resistivo al platino, estremamente accurato e stabile, adatto per misure precise in un intervallo medio di temperatura (fino a ~600 °C). La termocoppia K è un sensore termoelettrico a coppia di metalli, meno preciso ma capace di misurare temperature molto più alte (fino a ~1100+ °C).
- La sonda Pt100 offre tipicamente precisione superiore (~0,1 °C) e migliore linearità, mentre la termocoppia K è più rapida nella risposta e più robusta in ambienti difficili o ad alte temperature.
- Una Pt100 richiede strumenti di lettura con ingresso a 3 o 4 fili per compensare la resistenza dei cavi, mentre la termocoppia K richiede cavi di compensazione specifici per mantenere l’accuratezza del giunto freddo.
- In termini di costo, un sistema a termocoppia K risulta di norma più economico di uno a Pt100, specialmente quando si necessitano molte sonde o sostituzioni frequenti.
- La scelta tra Pt100 e termocoppia K dipende dunque dalle esigenze: se l’obiettivo principale è la massima accuratezza a temperature moderate, o la conformità a standard metrologici rigorosi, la Pt100 è spesso preferibile. Se invece si devono misurare temperature estreme, serve un sensore molto robusto o dal tempo di risposta ultrarapido, la termocoppia K risulterà la scelta obbligata.
Come scegliere un termometro professionale in base alle esigenze
La scelta di un termometro professionale adeguato dipende in larga misura dal contesto di utilizzo e dalle esigenze specifiche. Bisogna considerare vari fattori: il range di temperatura da misurare, il livello di precisione richiesto, la velocità di risposta necessaria, le condizioni ambientali (presenza di vibrazioni, umidità, polvere, ecc.), i requisiti normativi (ad esempio norme di qualità ISO, HACCP per alimenti, GMP per farmaceutico) e anche aspetti pratici come la facilità d’uso o la portabilità dello strumento.

Di seguito forniamo una guida pratica per aiutare a capire come scegliere un termometro professionale adatto, esaminando alcune situazioni comuni:
Uso industriale
Nel settore industriale, i requisiti possono variare moltissimo a seconda del processo:
- Se si devono monitorare forni, caldaie, processi metallurgici o altre applicazioni con temperature molto elevate (oltre 600 °C), la scelta ricade quasi sempre su termometri a termocoppia K (o altre termocoppie adatte) perché possono resistere a quei range estremi. Ad esempio, per il controllo di un forno a 900 °C, una sonda K è indicata. Si potrà optare per un termometro portatile a termocoppia K con sonda adatta (inconel, ceramica, ecc.) o sistemi fissi con trasmettitori di temperatura.
- Se l’applicazione industriale richiede elevata precisione a temperature moderate, come ad esempio il controllo di temperatura di un bagno termostatico, un’incubatrice industriale o un processo chimico intorno ai 100-200 °C, allora un termometro con sonda Pt100 è ideale. In queste situazioni la precisione è fondamentale per la qualità del prodotto finale e una Pt100, magari calibrata, può garantire l’accuratezza necessaria.
- Per misure multi-punto o monitoraggio diffuso in un impianto, si potrebbero scegliere sistemi con più ingressi (ad esempio termometri multi-sonda o data logger) in grado di accettare sia Pt100 che termocoppie. Ciò consente di posizionare diverse sonde nelle zone critiche. Molti termometri portatili avanzati offrono 2 o 4 canali di misura per termocoppie K o anche ingressi misti (termocoppie e Pt100), facilitando così il confronto di temperature in più punti simultaneamente.
- Nelle industrie dove vi sono forti vibrazioni o movimentazioni, come su macchinari rotanti o trasportatori riscaldati, spesso la robustezza è prioritaria: una termocoppia ben fissata resisterà meglio di una Pt100 delicata. Anche i tempi di risposta rapidi delle termocoppie sono apprezzati per controlli in tempo reale (ad esempio in sistemi di riscaldamento/raffreddamento rapidi).
In sintesi, per l’ambito industriale:
Termocoppia K – consigliata per alta temperatura, risposta rapida e ambienti difficili.
Pt100 – consigliata per precisione elevata su temperature medio-basse e laddove serve stabilità di calibrazione.
Laboratorio e controllo qualità
Nei laboratori di ricerca o metrologici e nei reparti di controllo qualità, spesso la priorità è ottenere misure estremamente accurate e documentabili:
- In un laboratorio di taratura o metrologia, i termometri a resistenza di platino (Pt100 o anche Pt1000) di alta qualità sono generalmente la strumentazione principale. Si utilizzano sonde a Pt100 ad alta precisione (ad esempio a 4 fili, classe 1/10 DIN o meglio) insieme a termometri digitali professionali con risoluzione centesimale o millesimale (0,01 °C o 0,001 °C). Questi strumenti, abbinati a certificati LAT ACCREDIA, fungono da campioni di riferimento per tarare altri termometri.
- Nel controllo qualità di un’azienda alimentare o farmaceutica, si può richiedere di verificare che i termometri di processo siano accurati. In questo caso, disporre internamente di un termometro certificato (magari un Pt100 con certificato Accredia) consente controlli periodici. Ad esempio, un laboratorio CQ potrebbe usare un termometro portatile a Pt100 per controllare la temperatura di un frigorifero farmaceutico a -20 °C o di un autoclave a +121 °C, verificando che rientri nelle tolleranze.
- In laboratori chimici o biologici dove si fanno esperimenti a temperatura controllata, la precisione e la stabilità di lettura sono fondamentali. Un termometro professionale a Pt100 garantisce che le condizioni sperimentali siano quelle previste. Se serve registrare andamenti, si può optare per termometri con data logger integrato o collegabili al PC.
- Anche nei laboratori, però, a volte serve misurare temperature molto alte (es. analisi di materiali nei forni) o fare misure rapide: in questi casi non si disdegna la termocoppia K, magari collegata a un pirometro digitale. Ma in generale, il laboratorio privilegia la precisione e la documentazione: quindi Pt100 e tarature certificate rimangono la scelta primaria.
In sintesi, per laboratori e qualità:
Pt100 con certificazione – lo standard per la calibrazione e la verifica, per misure precise e tracciabili.
Termocoppia K – utile solo se richiesta per specifiche prove (alte temperature, tempi di risposta brevissimi), altrimenti meno utilizzata in questo ambito.
Produzione alimentare
Nel settore alimentare, il controllo della temperatura è fondamentale per garantire la sicurezza dei cibi e rispettare normative come l’HACCP. Le applicazioni spaziano dalla cottura, al raffreddamento rapido, alla refrigerazione e congelamento, fino al trasporto termocondizionato.
- Per misurare la temperatura al cuore degli alimenti (cottura o conservazione) spesso si usano termometri a penetrazione. Qui sia Pt100 che termocoppie vengono impiegate: molte sonde a penetrazione per alimenti sono termocoppie tipo K per la loro robustezza e velocità (es. misurare rapidamente la temperatura interna di una carne in cottura). Tuttavia, in contesti dove serve maggiore accuratezza (ad esempio tarare un forno a vapore o un abbattitore di temperatura), si può utilizzare una Pt100 certificata per confrontare la lettura.
- La resistenza all’acqua e la portabilità sono importanti nell’industria alimentare: i termometri portatili devono spesso essere impermeabili o lavabili. Esistono termometri digitali portatili con sonde intercambiabili (K o Pt100) che hanno grado di protezione IP65/IP67 e robustezza per utilizzo quotidiano in stabilimento. La scelta del tipo di sonda può dipendere dal dispositivo: alcuni termometri portatili alimentari economici usano termocoppie, mentre modelli più professionali permettono l’uso di Pt100 per ottenere maggiore accuratezza nella fase di taratura degli impianti di refrigerazione o cottura.
- HACCP e registrazione dati: per monitorare celle frigorifere, ambienti di stagionatura o trasporto, si possono usare data logger di temperatura. Molti data logger alimentari integrano sensori Pt100 o termistori ad alta precisione per registrazioni precise. Ad esempio, i registratori per congelatori a -80 °C spesso usano sonde Pt100. In altri casi, per praticità, si utilizzano sonde termocoppia per seguire processi di sterilizzazione (perché resistono a temperature e pressioni elevate, come nelle autoclavi alimentari).
- Per chi opera nel settore alimentare, avere strumenti certificati è essenziale in caso di controlli e audit. Un termometro professionale certificato Accredia garantisce che le misure di temperatura critiche (es. cottura di pastorizzazione, conservazione a 4 °C, ecc.) siano affidabili e riconosciute.
In sintesi, nell’alimentare:
Termocoppia K – spesso usata per penetrazione e misure veloci nei processi di produzione e cottura.
Pt100 – utilizzata per verifiche, per data logger e in tutte le situazioni dove la precisione assoluta è importante (soprattutto nelle fasi di controllo e validazione degli impianti).
Settore farmaceutico
Nel settore farmaceutico e biotecnologico, le esigenze di misurazione della temperatura sono stringenti e regolamentate:
- La produzione di farmaci, vaccini e reagenti spesso deve avvenire sotto temperature controllate rigorosamente. Per esempio, incubatori di colture cellulari a 37 °C, camere climatiche, frigoriferi e freezer per stoccaggio di vaccini (2-8 °C o -20 °C), fino alle celle per plasma sanguigno (-30 °C) e ultracongelatori (-80 °C). In tutti questi casi si utilizzano termometri di monitoraggio a elevata accuratezza, frequentemente basati su sonde Pt100 o termistori, perché l’intervallo di temperatura non è estremo ma serve un’accuratezza assoluta.
- Per la qualifica e taratura di apparecchiature farmaceutiche (ad esempio la validazione di un liofilizzatore o di un’autoclave), si impiegano catene di misura con Pt100 certificate. Un team di validazione potrebbe posizionare diverse sonde Pt100 calibrate in vari punti di un’autoclave, collegate a un sistema di acquisizione, per assicurarsi che tutti i punti raggiungano la temperatura di sterilizzazione prevista.
- Anche in produzione farmaceutica continua (processi chimici per principi attivi, fermentatori, ecc.), se le temperature da misurare non superano qualche centinaio di gradi, è comune l’uso di Pt100 per la loro affidabilità e facilità di integrazione nei sistemi di controllo (PLC, DCS).
- Tuttavia, se ci sono processi di sintesi o smaltimento rifiuti a temperature elevate, le termocoppie entrano in gioco, anche se in misura minore rispetto all’industria generale.
- Nel pharma è imprescindibile la tracciabilità delle misure: ogni termometro deve essere tarato e certificato periodicamente. Spesso la normativa richiede che gli strumenti critici abbiano certificazione LAT ACCREDIA o equivalente, per garantire la taratura secondo standard internazionali (ISO 17025). Dunque, la scelta di un termometro professionale in questo ambito passa anche dalla disponibilità del certificato: molti produttori forniscono termometri per laboratorio e produzione farmaceutica con relativo Certificato di Taratura Accredia.
In sintesi, per il farmaceutico:
Pt100 – protagonista per la maggior parte delle misure, grazie ad accuratezza e stabilità, sempre corredato da certificati di taratura riconosciuti.
Termocoppia K – usata in casi particolari di alte temperature o apparecchiature specifiche, ma in generale meno comune se non dove strettamente necessaria.
Quale sonda scegliere in base all'applicazione?
Industria: Per temperature molto alte (forni industriali), scegli termocoppie K. Per processi a temperature moderate, preferisci Pt100.
Laboratori e controllo qualità: Consigliate Pt100 con cavo in teflon senza manico per stufe e congelatori.
Settore alimentare: Termocoppie K per misure veloci (cottura), Pt100 per controllo qualità preciso e certificato.
Farmaceutica: Sonde Pt100 calibrate e certificate Accredia per alta precisione e conformità normativa.
Vantaggi dei termometri con data logger
Un termometro con data logger permette la registrazione automatica e continua delle temperature.

Garantisce tracciabilità e conformità (ISO, HACCP, GMP).
Facilita l'analisi dati con software per report dettagliati.
Consente monitoraggi multi-punto simultanei.
Esempio: il termometro multicanale TM 947 SD con ingressi Pt100 e termocoppie K.
Sonde Pt100 senza manico con cavo in teflon per applicazioni speciali

Queste sonde sono specificamente progettate per:
Stufe da laboratorio (fino a 300 °C)
Congelatori ultra-bassi (-80 °C)
Alta resistenza ad agenti chimici e sterilizzazioni.
Garantiscono precisione e durata, soprattutto quando abbinate a certificazioni Accredia.
Termometri professionali: modelli disponibili e certificazione
Esistono numerosi termometri professionali sul mercato, progettati per utilizzare sonde Pt100 o termocoppie (o entrambe), nonché termometri a infrarossi per misure a distanza.

Molti di questi modelli sono venduti anche dal nostro e-commerce e possono essere forniti con Certificato di Taratura LAT ACCREDIA su richiesta, per garantire la massima attendibilità delle misure. Di seguito alcuni esempi di termometri professionali e le loro caratteristiche principali:
- Termometro digitale con sonda Pt100 XS TEMP 7 Vio: strumento portatile robusto e facile da usare, con display LCD a colori. Supporta sonde Pt100 a 3 fili intercambiabili e copre un range ampio da -200 °C a +999 °C, con risoluzione fino a 0,1 °C. È ideale per laboratori o applicazioni in cui serve alta precisione su un’ampia gamma di temperature. Viene fornito in valigetta ed è certificabile Accredia (può essere fornito con certificato di taratura LAT ACCREDIA per garantire la tracciabilità delle misure).
- Termometro con termocoppia K XS TEMP 7 K/T: termometro portatile progettato per sonde termocoppia tipo K (e T), particolarmente indicato per l’industria alimentare e applicazioni industriali generali. Ha un range di misura esteso (circa -200 °C … +1350 °C con sonde K) e tempi di risposta rapidissimi. Questo modello offre elevata accuratezza per la sua categoria e la comodità di un display retroilluminato. Anche il Temp 7 K/T è certificabile ACCREDIA e rappresenta una scelta versatile per chi necessita di misure veloci su un ampio intervallo termico.
- Termometro a infrarossi ScanTemp 450: esempio di termometro IR professionale per misure senza contatto. Copre indicativamente un intervallo da circa -30 °C a +500 °C, permettendo di rilevare la temperatura di superfici o prodotti a distanza con un puntatore laser. Strumenti come lo ScanTemp 410 sono utili per controlli rapidi (ad esempio verificare la temperatura superficiale di un alimento in arrivo, o controllare componenti elettrici surriscaldati). Per avere garanzia di accuratezza è disponibile la certificazione ACCREDIA per termometri a infrarossi, effettuata tramite taratura comparativa con sonde campione: ciò assicura che il termometro IR misuri correttamente su punti noti dell’intervallo di utilizzo.
- Termometro multi-canale con data logger – TM 947 SD: termometro avanzato da laboratorio/industriale, dotato di 4 ingressi per termocoppie (K, J, T, ecc.) e 2 ingressi per Pt100 simultanei. Consente di visualizzare fino a 4 temperature contemporaneamente su un grande display e registra i dati su scheda SD. Strumenti di questo tipo sono ideali quando bisogna monitorare più punti di temperatura contemporaneamente, ad esempio nella mappatura termica di un magazzino o nella validazione di un forno su più livelli. Il TM 947 SD e modelli simili sono certificabili Accredia, garantendo che ciascun canale di misura sia tracciabile secondo gli standard nazionali.
Termometro digitale multicanale TEMP 74, progettato per misurare simultaneamente fino a quattro punti di temperatura utilizzando sonde PT100. Offre una precisione al centesimo di grado Celsius, con un campo di misura che varia da -200,0 a +999,9 °C. Funge anche da data logger programmabile, con una memoria interna capace di registrare oltre 190.000 dati. Il software gratuito DataLink+ consente di organizzare ed esportare i dati in formati come PDF ed Excel, facilitando l'analisi delle misurazioni. Tra le nuove funzionalità, il TEMP 74 permette di assegnare un identificativo a ciascun canale di misura, impostare soglie di allarme per temperature fuori range e utilizzare una sonda di riferimento per confrontare le varie misure. Il TEMP 74 è certificabile LAT ACCREDIA insieme alla sonda PT100 scelta, garantendo elevati standard di accuratezza e affidabilità nelle misurazioni.

Nota: Tutti i modelli elencati sopra possono essere acquistati sul nostro portale e, su richiesta, forniti con un Certificato di Taratura LAT ACCREDIA. La presenza di tale certificato attesta che il termometro è stato calibrato da un laboratorio accreditato secondo la norma ISO 17025, con riferimento a campioni nazionali/internazionali. In altre parole, un termometro certificato Accredia offre la garanzia metrologica che l’errore di misura è noto e documentato. Questo è particolarmente importante per chi deve usare lo strumento in contesti regolamentati (produzione alimentare, farmaceutica, certificazioni di qualità ISO) o vuole semplicemente la massima fiducia nelle letture.
Il valore della certificazione LAT ACCREDIA
Avere un termometro tarato con certificazione LAT ACCREDIA per la temperatura significa disporre di un documento ufficiale riconosciuto a livello nazionale e internazionale. Accredia è l’ente unico di accreditamento in Italia, firmatario degli accordi di mutuo riconoscimento EA e ILAC: ciò implica che un certificato rilasciato da un laboratorio accreditato Accredia è considerato valido e affidabile non solo in Italia ma anche all’estero.
Dal punto di vista pratico, la certificazione Accredia:
- Garantisce che la taratura del termometro è stata eseguita secondo standard rigorosi (ISO/IEC 17025) da personale competente, con strumentazione campione riferibile ai campioni internazionali.
- Riporta tutti i dati metrologici rilevanti: condizioni della taratura, errori riscontrati a vari punti di temperatura, incertezza di misura associata e riferimenti dei campioni utilizzati. Questo permette all’utente di sapere con esattezza come “leggere” i valori del termometro e, se necessario, applicare correzioni.
- Solleva l’utilizzatore dall’onere di dimostrare la validità della taratura: un certificato Accredia è di per sé una prova accettata negli audit di qualità e dalle autorità di controllo. Ad esempio, in un’ispezione sanitaria o una verifica ISO 9001, presentare certificati Accredia per gli strumenti dimostra immediatamente la conformità ai requisiti di taratura periodica.
- Aggiunge valore allo strumento: un termometro professionale corredato di certificato Accredia viene percepito come più affidabile e “pronto all’uso” per applicazioni critiche, poiché non richiede ulteriori verifiche. Il costo aggiuntivo della certificazione viene spesso ripagato dalla tranquillità operativa che offre.
In ambito metrologico, la taratura termometro non è altro che la calibrazione accurata dello strumento: disporre di un certificato Accredia significa poter dimostrare ufficialmente questa calibrazione.
In conclusione, scegliere un termometro professionale di qualità e dotarlo di una taratura certificata Accredia è la strada migliore per ottenere misure di temperatura attendibili al 100%, qualunque sia il campo di applicazione.
Domande frequenti (FAQ)
1. Qual è la differenza tra sonde Pt100 e termocoppie K?
La differenza principale sta nel principio di funzionamento e nelle prestazioni:
- Una sonda Pt100 è una termoresistenza al platino: misura la temperatura tramite la variazione di resistenza elettrica. Offre grande accuratezza e stabilità a basse e medie temperature (fino ~600 °C), con una precisione tipicamente migliore (circa ±0,1 °C o meglio, con sonde di alta qualità). È però limitata negli usi ad altissima temperatura.
- Una termocoppia K è un sensore che genera una tensione in millivolt proporzionale alla temperatura, sfruttando l’unione di due metalli diversi. Ha un campo di misura molto più ampio, adatto anche a temperature estreme (fino oltre 1000 °C), ed è più robusta e rapida nella risposta. Di contro, è generalmente meno precisa (errori dell’ordine di ±1 °C o superiori) e più soggetta a deriva nel tempo.
In sintesi, la Pt100 si sceglie quando serve la massima precisione e ripetibilità (es. in laboratorio, farmaceutico, calibrazioni); la termocoppia K quando si devono coprire range termici molto elevati o fare misure rapide in ambienti difficili (es. forni, processi industriali). Entrambe le tecnologie sono valide, ma ciascuna eccelle in ambiti diversi.
2. Come scegliere un termometro professionale?
Per scegliere un termometro professionale adatto bisogna valutare diversi aspetti chiave:
- Intervallo di temperatura richiesto: determina il tipo di sonda necessario. Per temperature estremamente basse o alte, dovrai scegliere strumenti compatibili (es. termocoppia K per >600 °C, oppure sonde speciali per -100 °C e oltre).
- Accuratezza necessaria: se hai bisogno di errori molto piccoli (decimi o centesimi di grado), orientati su termometri con Pt100 o sensori di alta precisione, e considera modelli con certificato di taratura. Per usi meno critici o tolleranze di 1-2 °C, vanno bene anche termometri a termocoppia standard.
- Tempo di risposta: per misure veloci (ad esempio controllo di processi rapidi o prodotti su una linea di produzione), una termocoppia o un termometro a infrarossi possono essere più indicati. Se il tempo di risposta non è cruciale, qualsiasi tecnologia può andare bene.
- Ambiente di utilizzo: in ambienti umidi, polverosi o con possibilità di getti d’acqua (come nell’alimentare), scegli termometri con protezione IP adeguata e sonde in acciaio inox. In presenza di vibrazioni o condizioni dure, le termocoppie offrono maggiore robustezza. Per uso in laboratorio, va bene anche uno strumento più delicato purché preciso.
- Tipologia di misura (contatto o distanza): se devi misurare la temperatura all’interno di liquidi, alimenti o a contatto con superfici, serve un termometro a sonda (Pt100 o termocoppia). Se invece devi misurare a distanza (es. la temperatura di superfici molto calde o di oggetti in movimento), allora ti serve un termometro a infrarossi. Esistono modelli che uniscono entrambe le funzionalità (sonda + infrarosso) per maggiore versatilità.
- Certificazione e taratura: valuta se hai bisogno di un termometro certificato (ad esempio per normative ISO, HACCP, GMP). In tal caso, acquista uno strumento con Certificato Accredia o almeno certificabile. Avere un certificato di taratura garantisce che lo strumento misuri correttamente e ti fornisce un documento di riferimento ufficiale.
- Caratteristiche aggiuntive: memoria dati, allarmi, più ingressi per sonde, connessione al PC, ecc. Se devi ad esempio registrare temperature per un certo periodo, un termometro con data logger integrato semplificherà il lavoro. Se devi confrontare due temperature, un modello a doppio canale potrebbe essere utile, e così via.
In generale, definisci prima le tue esigenze (cosa devi misurare, con che accuratezza, in che ambiente) e poi scegli un modello che soddisfi questi criteri, assicurandoti che sia di marca affidabile e supportato da un’adeguata assistenza tecnica. Non esitare a richiedere consigli al fornitore descrivendo la tua applicazione: un buon rivenditore saprà indicarti il termometro professionale più idoneo.
3. Qual è il termometro più attendibile?
In termini generali, il termometro più attendibile è quello che garantisce la migliore accuratezza e affidabilità nel contesto specifico di utilizzo. In molti casi, un termometro a sonda Pt100 calibrato è considerato lo strumento più attendibile per misure di precisione, grazie alla sua stabilità e al basso errore. Ad esempio, un termometro digitale di qualità con sonda Pt100 e certificato di taratura può avere uno scostamento di pochi decimi di grado su tutto il range, risultando estremamente affidabile.
Tuttavia, l’“attendibilità” dipende anche dall’uso: se dobbiamo misurare 1000 °C in un forno, un termometro Pt100 non sarebbe affatto attendibile (perché non può operare a quella temperatura). In tal caso, il più attendibile diventa un termometro a termocoppia adatto a 1000 °C, magari calibrato anch’esso per ridurne l’errore. Dunque, è importante abbinare il tipo di termometro all’applicazione. In linea di massima:
- Per temperature entro qualche centinaio di gradi e bisogno di alta precisione, un termometro a resistenza (Pt100) con certificazione è il più attendibile.
- Per temperature estreme o situazioni dove altri sensori non possono operare, una buona termocoppia di qualità (magari di tipo diverso se necessario, non solo K) calibrata sarà lo strumento più attendibile in quel contesto.
- In applicazioni medico-sanitarie (es. termometri clinici per la febbre), l’attendibilità è garantita da certificazioni specifiche e dall’uso previsto; in questi casi bisogna considerare anche normative particolari e standard di settore.
In tutti i casi, l’attendibilità di un termometro dipende moltissimo dalla sua taratura e dalla qualità dello strumento. Un dispositivo di marca riconosciuta, progettato per uso professionale, tende a mantenere meglio le specifiche nel tempo. Inoltre, un regolare piano di taratura (ad esempio annuale) presso un centro Accredia assicura che il termometro rimanga attendibile lungo tutto il suo ciclo di vita.
4. Qual è il miglior termometro professionale?
Non esiste un “miglior termometro professionale” in assoluto, poiché la scelta dipende dalle esigenze di misura. Possiamo però delineare quale strumento potrebbe essere “il migliore” in diversi ambiti:
- Miglior termometro per precisione: un termometro a Pt100 di altissima qualità, magari a 4 fili, con risoluzione 0,01 °C, calibrato su più punti. Ad esempio, un termometro da laboratorio con sonda certificata Accredia, capace di misurare con incertezza inferiore a ±0,1 °C, sarebbe il top per precisione.
- Miglior termometro per alta temperatura: un pirometro a termocoppia (o anche un termometro ottico/IR a seconda dei casi) progettato per resistere a temperature estreme. Ad esempio, per misurare oltre 1200 °C potrebbe essere necessario un termometro a termocoppia speciale (tipo S o B) con strumenti dedicati, oppure un pirometro a infrarossi industriale. Quello sarebbe il “migliore” per quel campo di applicazione.
- Miglior termometro tuttofare portatile: molti utilizzatori cercano strumenti versatili. Un termometro digitale portatile multi-ingresso, che accetta sia Pt100 che termocoppie, robusto, impermeabile e magari con funzione di data logger, può essere considerato il più completo e quindi “migliore” in senso generale. Alcuni modelli della serie XS o di altre marche (Testo, Delta OHM, Fluke…) offrono questa versatilità. Ad esempio, un termometro a doppio canale che permetta di collegare una sonda Pt100 e una K contemporaneamente potrebbe coprire molte esigenze in un solo dispositivo.
- Miglior termometro per alimenti: qui il migliore deve unire velocità, robustezza e igiene. Esistono termometri a penetrazione molto rapidi, con sonda in acciaio inox a risposta immediata, impermeabili e tarabili. Un esempio potrebbe essere un termometro digitale HACCP con sonda a punta fissa in acciaio e certificazione EN 13485 (specifica per termometri alimentari), eventualmente fornito con certificato Accredia.
In sostanza, il miglior termometro professionale è quello che eccelle nei parametri più importanti per il tuo scopo. È consigliabile confrontare le schede tecniche e, se possibile, le recensioni o i consigli di esperti. Il nostro e-commerce propone diverse categorie di termometri professionali proprio per coprire esigenze differenti: dalla massima precisione alla massima resistenza. Se hai dubbi, contattare un nostro tecnico può aiutarti a individuare il vero “miglior” termometro per le tue necessità.
5. Dove posso trovare un termometro a infrarossi certificato?
I termometri a infrarossi certificati non si trovano facilmente nei negozi generalisti, ma puoi reperirli presso rivenditori specializzati in strumenti di misura professionali. Ecco alcune opzioni:
- E-commerce specializzati (come il nostro): offriamo termometri a infrarossi professionali e la possibilità di acquistare contestualmente la certificazione Accredia. Ad esempio, modelli come lo ScanTemp 410 possono essere forniti con un Certificato di Taratura LAT ACCREDIA su richiesta. Acquistare online da uno store specializzato ti permette di selezionare l’opzione “con certificato” prima di concludere l’ordine, assicurandoti di ricevere lo strumento già tarato.
- Laboratorio di taratura: se già possiedi un termometro a infrarossi e vuoi renderlo certificato, puoi inviarlo a un laboratorio di taratura accreditato Accredia. Dopo averlo calibrato, il laboratorio ti rilascerà il relativo certificato. Tuttavia, se stai cercando di comprarne uno nuovo, spesso conviene acquistarlo direttamente con la certificazione inclusa per risparmiare tempo e avere tutto in un colpo solo.
Ricorda che non tutti i termometri IR sono tarabili su tutto il loro range: tipicamente i laboratori calibrano gli infrarossi confrontandone la lettura con termometri a contatto su superfici a temperature note (ad esempio 0 °C, 100 °C, 150 °C, ecc.). Assicurati di specificare l’intervallo di tuo interesse per la certificazione, così da avere un certificato utile alle tue applicazioni. Sul nostro sito troverai una sezione dedicata ai termometri a infrarossi professionali certificati o certificabili, con indicazione dei servizi di taratura disponibili.
6. Cosa significa taratura di un termometro?
La taratura di un termometro è il processo mediante il quale si confronta lo strumento (il termometro in questione) con uno standard di riferimento noto, al fine di determinare l’errore di misura dello strumento stesso. In altre parole, tarare un termometro significa verificare quanto esso “sbaglia” rispetto a temperature campione conosciute e documentare tali differenze.
Ecco cosa implica la taratura in pratica:
- Un laboratorio di taratura dispone di dispositivi campione molto accurati (ad esempio un termometro di riferimento ad altissima precisione, esso stesso calibrato, insieme a bagni termostatici o forni a temperatura controllata) che generano temperature stabili note, come 0 °C, 50 °C, 100 °C, ecc. Si inserisce la sonda del termometro da tarare in queste condizioni controllate.
- Si confrontano le letture del termometro in prova con quelle del campione: ad esempio, se il campione dice che la temperatura reale è 100,00 °C e il termometro da tarare legge 99,5 °C, significa che quest’ultimo ha un errore di -0,5 °C a 100 °C.
- Questo procedimento viene ripetuto per vari punti lungo il range di utilizzo dello strumento (di solito almeno 3 punti: ad esempio uno a bassa temperatura, uno intermedio e uno verso l’estremo superiore del range).
- La taratura può essere accreditata (con rilascio di Certificato Accredia) o non accreditata (con rilascio di un certificato di calibrazione “standard”). Nel caso accreditato, il processo segue regole formali e garantisce la riferibilità internazionale dei risultati.
- Il risultato della taratura è normalmente un rapporto o certificato in cui sono elencati gli errori rilevati del termometro ai vari punti testati. A volte, se lo strumento lo permette e se richiesto, si può anche aggiustare o regolare il termometro dopo la taratura (questa è un’operazione di aggiustamento, distinta dalla taratura in sé). Molti termometri digitali hanno la funzione di inserire un offset di calibrazione per correggere eventuali scostamenti.
- Tarare un termometro serve quindi a conoscere la sua accuratezza effettiva. Ad esempio, scoprire che un termometro legge 0,3 °C in più su tutto l’intervallo permette poi all’utente di tenerne conto (mentalmente o applicando una correzione) durante le misure, oppure di far regolare lo strumento per eliminare quell’errore.
In sostanza, la taratura è come un “check-up” dello strumento: non migliora di per sé le prestazioni (a meno di eseguire anche una successiva regolazione), ma ti dice con certezza come sta misurando. Nelle applicazioni professionali, la taratura periodica dei termometri è fondamentale per assicurarsi che i dati di temperatura siano corretti e affidabili nel tempo.
7. Termometro con Certificato di Taratura
Un termometro con Certificato di Taratura è semplicemente un termometro al quale è abbinato un documento ufficiale attestante la sua avvenuta taratura. Quando acquisti un termometro professionale, spesso hai l’opzione di richiedere (con un costo aggiuntivo) il certificato di taratura rilasciato da un laboratorio. In alcuni casi il termometro esce di fabbrica già con un certificato incluso (dipende dal produttore e dal livello dello strumento).
Avere un certificato di taratura comporta diversi vantaggi:
- Conoscenza immediata dell’accuratezza: il certificato indica gli errori di misura dello specifico termometro per determinati punti. Saprai, ad esempio, che a 0 °C lo strumento ha un errore di +0,1 °C e a 100 °C di -0,2 °C (numeri ipotetici). Queste informazioni ti permettono di fidarti dei dati rilevati o di applicare correzioni se necessario.
- Conformità a norme di qualità: molti sistemi qualità (ISO 9001, ISO 22000, ecc.) e normative settoriali richiedono che gli strumenti critici siano tarati periodicamente. Un termometro con certificato di taratura soddisfa questo requisito documentale, risultando prezioso in caso di audit o ispezioni.
- Tracciabilità metrologica: il certificato garantisce che la misura del termometro è riferibile a campioni nazionali/internazionali. In pratica, c’è una catena ininterrotta di confronti che collega il tuo termometro ai campioni primari (ad esempio il punto triplo dell’acqua per 0,01 °C). Ciò conferisce valore legale e scientifico alle misure effettuate con quello strumento.
- Maggiore rivendibilità e fiducia: se in futuro vorrai vendere o trasferire lo strumento, avere il certificato ne aumenta il valore, perché il prossimo utilizzatore avrà una garanzia sulle prestazioni. Inoltre, all’interno di un team di lavoro, sapere che lo strumento è certificato aumenta la fiducia nei dati raccolti da tutti gli operatori.
È importante notare che il certificato di taratura fotografa la situazione dello strumento al momento della taratura. Con il passare del tempo e l’uso, l’accuratezza potrebbe variare, per cui i certificati hanno in genere una validità temporale suggerita (spesso un anno). Trascorso tale periodo, si raccomanda di eseguire nuovamente la taratura del termometro e ottenere un nuovo certificato aggiornato, così da mantenere la piena affidabilità.
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